Cessione del credito: a che punto siamo?
Cos’è la cessione del credito?
La cessione del credito è una opzione alternativa alla detrazione fiscale per usufruire dei bonus edilizi. Consiste in un accordo contrattuale attraverso il quale si trasferisce il diritto di credito di un soggetto (definito cedente) a un acquirente terzo (il cessionario) che lo acquista a un determinato prezzo. In parole povere, un contribuente che realizza un intervento edilizio, oggetto di bonus, anziché recuperare la percentuale spettante sottoforma di detrazione fiscale, la cede a un soggetto terzo che la acquista e può utilizzarla in compensazione oppure cederla a sua volta. Questa opzione, molto utile per i contribuenti incapienti o con redditi molto bassi, fu introdotta con la Legge di Stabilità per il 2016 solo per particolari casi, ma è soltanto con il Decreto Rilancio che ha conosciuto la sua grande popolarità.
L’art. 121 del DL 34 del 2020 (che ha introdotto il superbonus 110%) ha infatti esteso la possibilità di usufruirne a tutti i contribuenti e praticamente per tutti i bonus che, da allora, hanno iniziato a essere conosciuti da un pubblico molto più ampio.
Differenza tra cessione del credito e sconto in fattura
Il cosiddetto Decreto Crescita (convertito in legge n. 58/2019) ha introdotto una ulteriore opzione alle detrazioni fiscali: lo sconto in fattura.
A partire dall’entrata in vigore del Decreto Rilancio, la “storia” dello sconto in fattura ha proceduto di pari passo con quella della cessione del credito e le due opzioni sono state soggette alle stesse modifiche normative. Da adesso, quindi, tutto quanto dirò sullo cessione del credito varrà anche per lo sconto in fattura. (Fig.1)
Fig.1 – Cessione del credito e sconto in fattura
Prima di proseguire è però opportuno procedere a spiegare in cosa si distinguono queste due modalità.
La differenza tra l’una e l’altra soluzione consiste nell’anticipare o meno la spesa relativa all’agevolazione di cui si ha diritto.Ma facciamo un esempio: consideriamo un contribuente che abbia da sostenere una spesa di 10.000 euro per lavori per i quali ha diritto al bonus ristrutturazione 50%. Con la cessione del credito dovrà pagare l’intera spesa, poi cedere il suo credito a un soggetto disposto ad acquistarlo (per esempio una banca). La banca gli restituirà la liquidità corrispondente al 50% di 10.000 (in realtà solitamente qualcosa in meno). In questo modo, il contribuente potrà recuperare nel giro di poco tempo una parte della spesa sostenuta, anziché farlo in 10 anni come previsto con le detrazioni fiscali. Con lo sconto in fattura, invece, come dice la definizione stessa, l’impresa applicherà al contribuente uno sconto per cui questi pagherà già in partenza la metà di 10.000 euro e quindi il risparmio sarà effettivamente immediato. L’impresa che ha praticato lo sconto potrà poi utilizzarlo in compensazione come credito di imposta oppure, in alternativa, cederlo a sua volta.
Decreto 11/2023 e stop alla cessione
Il Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023 ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori sancendo, in maniera improvvisa, la fine della cessione del credito. A partire dal giorno successivo, dunque, data di entrata in vigore del decreto, non è più possibile fruire di questa opzione così come dello sconto in fattura. Pur essendo andato in vigore in maniera repentina il decreto, anche grazie ai correttivi pervenuti con la conversione in legge, ha previsto alcuni casi di esclusione. I primi che andiamo ad analizzare sono quelli relativi a procedimenti che, al momento dell’entrata in vigore, fossero già in corso.
Per quanto riguarda i lavori oggetto di superbonus sono pertanto esclusi:
- gli interventi per i quali entro il 16 febbraio 2023 sia stata presentata la CILA-S (per gli interventi effettuati dai condomìni deve risultare anche adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori)
- gli interventi comportanti demolizione e ricostruzione per i quali entro il 16 febbraio 2023 risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo
- gli interventi compresi in piani di recupero del patrimonio edilizio esistente o di riqualificazione urbana comunque denominati, che abbiano contenuti progettuali di dettaglio, attuabili a mezzo di titoli semplificati, che alla data di entrata in vigore del decreto risultino approvati dalle amministrazioni comunali e concorrano al risparmio del consumo energetico e all’adeguamento sismico dei fabbricati interessati
- gli interventi effettuati da IACP, ONLUS, cooperative di abitazioni
- gli immobili danneggiati da eventi sismici ed eventi meteorologici per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
Nel caso di interventi oggetto di altri bonus, continuano a rientrare quelli:
- per i quali entro il 16 febbraio 2023 risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo, ove necessario
- di edilizia libera, per i quali al 16 febbraio 2023 sono stati effettuati pagamenti o stipulati accordi vincolanti tra le parti per la fornitura di beni da installare; se non sono stati effettuati acquisti, documentabili da bonifici, o non sono stati stipulati ancora accordi vincolanti, la data può essere attestata dalle autocertificazioni del venditore e dell’acquirente.
Bonus edilizi per i quali si può ancora usufruire di cessione del credito
Oltre agli interventi per i quali risultano già in qualche modo avviate le procedure, sono stati esclusi dal blocco della cessione del credito, i lavori di eliminazione delle barriere architettoniche oggetto di bonus 75%.
Per questi lavori, si potrà continuare a usufruire della cessione fine alla scadenza del bonus, prevista per il 31 dicembre 2025.
Si potrà continuare a usufruire della cessione anche per il sismabonus acquisto di immobili ristrutturati con criteri antisismici, se entro il 16 febbraio 2023 risulta presentata la richiesta di titolo abilitativo per l’esecuzione dei lavori.
3 commenti
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Vorrei capire per chi non ha presentato nulla entro il 23.02.2023 e deve provvedere al restauro della propria abitazione, costruita nel 1968 , rendendo questa ecosostenibile con l’ecobonus e con il il sisma bonus e cosa deve fare?
Buon pomeriggio Ernestino,
ancora oggi è possibile usufruire dell’ecobonus 50-65% e del sismabonus 90%, ma si può recuperare solo in dichiarazione dei redditi e non più con sconto in fattura o cessione del credito. Deve comunque affidare un incarico a un tecnico di fiducia che provvederà a espletare tutte le pratiche e gli adempimenti previsti.
Grazie per la chiarezza.