Rettifica errori su pratiche di condono edilizio
Il condono edilizio
Il condono edilizio è una Legge speciale che consente di regolarizzare illeciti edilizi solitamente non sanabili con una normale procedura di accertamento di conformità.
Quando sono state in vigore queste leggi speciali (che come tali hanno durata limitata nel tempo) è stato, quindi, possibile sanare abusi edilizi come la costruzione di immobili su suoli non edificabili.
In Italia, sono state in vigore tre leggi sul condono edilizio:
- la legge 47 del 1985
- la legge 724 dle 1994
- la legge 326 del 2003.
Le ultime due sono state in sostanza una “estensione” e riapertura del primo condono.
Ancora oggi giacciono migliaia di pratiche pendenti relative a tutti e tre i condoni in molti uffici dei Comuni italiani. Per queste pratiche, quindi, il permesso in sanatoria non è ancora stato rilasciato per mancanza di parte della documentazione necessaria o perché i pagamenti di oneri e oblazioni non sono stati completati.
Errori su pratiche di condono edilizio
Nell’esercizio professionale di un tecnico non è raro riscontrare, tra la documentazione fornita dai committenti, elaborati grafici a corredo di istanze di condono già concluse e con titolo in sanatoria rilasciato che appaiono quantomeno approssimativi e imprecisi.
In particolare, si possono riscontrare differenze tra la descrizione e rappresentazione grafica delle opere per le quali è richiesta la sanatoria, rispetto alla loro effettiva consistenza come risultante da indagini più accurate condotte con metodologie attuali.
Oggi siamo, infatti, abituati a redigere le tavole di rilievo e di progetto con appositi software, dopo aver effettuato i rilievi con laser scanner o addirittura con droni e non siamo più abituati a guardare con occhio indulgente disegni realizzati a china, frutto di rilievi effettuati con doppio metro e rondella.
Il problema però è che spesso l’imprecisione sconfina in una vera e propria infedeltà rispetto allo stato di fatto dell’immobile. D’altro canto, va considerato che spesso, per rispettare le date di scadenza, le pratiche venivano redatte in fretta e con approssimazione, senza nemmeno effettuare un rilievo sul posto ma soltanto ricopiando vecchie planimetrie a disposizione.
Insomma, nelle pratiche di condono del passato, capita con frequenza di riscontrare errori.
È possibile in qualche modo rettificarli? E se sì, in quale modo bisogna procedere?
È ciò di cui tratteremo in questo articolo.
Rettifica di un condono edilizio già perfezionato
Non esiste una vera e propria procedura di rettifica di una vecchia istanza di condono, in quanto questa fattispecie non è contemplata dalla normativa vigente.
È possibile, però, ovviamente, procedere alla correzione di dati errati forniti al Comune, laddove si dimostri che si tratta di meri errori materiali di rappresentazione e non di una falsa rappresentazione fornita con intento fraudolento.
La condizione principale per poter procedere alla rettifica è quindi che sia oggettivamente rilevabile e riconoscibile, senza alcuno sforzo o indagine dettagliata, che si tratti di un errore.
Bisogna, infatti, dimostrare in maniera inequivocabile che la richiesta di rettifica non rappresenta un sotterfugio per poter regolarizzare un illecito intervenuto dopo la conclusione del procedimento di condono.
Rettifica di un condono edilizio ancora pendente
Per quanto riguarda i condoni non ancora rilasciati, invece, la situazione è da un certo punto di vista più semplice, in quanto si può contare su alcune pronunce giurisprudenziali in materia.
E’ possibile pertanto procedere all’integrazione di una istanza già presentata, fermo restando che, comunque, l’amministrazione coinvolta dovrà procedere a un supplemento di istruttoria per verificare la sussistenza dei presupposti previsti per la rettifica degli errori.
Naturalmente, anche in questo caso, bisognerà dimostrare che si tratta di errori formali.
Come procedere alla rettifica di un condono edilizio già rilasciato
Pur non essendoci, come detto, una giurisprudenza espressa in materia, molti Comuni hanno preso atto della necessità di dover rettificare vecchie pratiche di condono per errori, ad esempio, di quotatura o di rappresentazione grafica e hanno deciso di procedere in maniera autonoma.
A tal fine, quindi, in alcuni enti sono state disposte procedure regolamentate con la previsione dei relativi oneri, tempistiche e condizioni.
Il tecnico che si trovi davanti alla necessità di dover rettificare una vecchia pratica di condono, quindi, deve informarsi presso l’ente coinvolto per sapere qual è la procedura da seguire.